tricologia

La tricologia tratta le patologie del cuoio capelluto, dei capelli, delle ciglia, delle sopracciglia e dei peli in genere.

La valutazione del paziente tricologico parte da un’attenta anamnesi, per poi passare ad un esame obiettivo, eventualmente al pull test e successivamente alla tricoscopia. In alcuni casi sarà necessario eseguire una biopsia incisione per raggiungere un obiettivo diagnostico.

 

La raccolta dell’anamnesi deve ottenere informazioni sullo stato di salute e sulle abitudini di vita del paziente:

patologie tiroidee autoimmuni, anemia sideropenica ad esempio sono cause di aumentata caduta di capelli;

Anche diete ipocaloriche o assunzioni di farmaci possono spiegare un defluvium;

 

Nelle donne con alopecia androgenica è utile valutare la regolarità del ciclo mestruale, la presenza di menopausa oppure l’assunzione di contraccettivi orali;

L’alopecia areata si associa spesso a malattie autoimmuni e/o a infezioni dentarie e/o delle alte vie aeree;

Esistono alcune alopecie da trazione esito di tricotillomania (tirare in maniera più o meno cosciente i capelli e/o i peli).

 

L’esame obiettivo deve valutare l’aspetto, la densità e la distribuzione dei capelli all’attaccatura, al vertice e nella altre aree dello scalpo.

Non dimentichiamo, inoltre, che molte malattie dei capelli dell’infanzia si associano a segni clinici tipici come alterazioni ungueali e dei denti ad esempio.

La tricoscopia è una tecnica diagnostica non invasiva utile per la diagnosi e il follow up delle malattie dei capelli e del cuoio capelluto.

 

Viene utilizzato il dermatoscopio e la diagnosi si basa sulla semeiotica tricoscopica.

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©Roberta Alaimo

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